MUTAZIONE MTHFR: UNA SINDROME?
corpo (intestino)
8 marzo 2023
Mutazione MTHFR: ciò che pochi sanno | Stefano Manera Blog

Da anni io e pochi altri colleghi "illuminati" vi parliamo del problema della metilazione e della mutazione del gene MTHFR.

L’MTHFR (metilentetraidrofolato reduttasi) è un enzima che, attraverso l’intervento della vitamina B12, converte l’omocisteina in metionina, fondamentale per la costruzione delle proteine, ed è implicato in alcune fasi cruciali del metabolismo dei folati (vitamina B9).

 

La mutazione MTHFR è stata messa in relazione con varie problematiche, alcune delle quali sono:

  • emicrania
  • stanchezza cronica
  • brain fog
  • depressione e schizofrenia
  • poliabortività e difetti del tubo neurale
  • infertilità
  • malattie cardiovascolari
  • suscettibilità al cancro
  • intossicazione cronica
  • intossicazione post vaccinale

 

Il gene che codifica l’enzima MTHFR può subire mutazioni che comportano una diminuzione della sua attività anche del 70%, con conseguente aumento dell’omocisteina nel sangue e bassi livelli plasmatici di acido folico.

Esistono due principali mutazioni (detti anche polimorfismi): la C677T e la A1298C che possono essere ereditate singolarmente o entrambe.

  • La mutazione MTHFR C677T è generalmente associata a cardio e vasculopatie, iperomocisteinemia, emicrania e difetti del tubo neurale.
  • La mutazione MTHFR A1298C è associata a intestino irritabile, fibromialgia, dolore cronico e disturbi legati all’umore.

 

Ormai da tempo io parlo di una vera e propria sindrome da mutazione MTHFR e in questi ultimi anni, l’osservazione clinica mi ha portato a definire che la maggior parte dei pazienti con effetti avversi da vaccino presentano questa mutazione, ovvero un deficit della metilazione.

Il meccanismo sarebbe piuttosto semplice: deficit della metilazione significa maggior suscettibilità all’infiammazione, quindi suscettibilità a manifestare un danno in seguito a uno stimolo intenso come quello vaccinale.

 

Purtroppo è esperienza quotidiana che moltissimi medici sottovalutino il problema MTHFR e metilazione, non conoscano le patologie associate ai deficit mitocondriali e quindi dello stato ossidativo e infiammatorio e non considerino i valori di omocisteina, tutto questo in relazione alle malattie autoimmuni, ai tumori, alle problematiche infiammatorie croniche e alla fibromialgia.

 

Pochi giorni fa su "Il Mattino" è comparso un articolo che spiega il lavoro del prof. Alfonso Bellacosa (ricercatore del Fox Chase Cancer Center di Philadelphia).

Lo studio riguarda il tumore del colon-retto, uno dei tumori con più alta incidenza nel mondo e che in Italia conta più di 40mila nuovi casi all’anno, di cui era già nota l’importanza della metilazione del DNA.

 

Il punto chiave dello studio è stato osservare il rapporto molto stretto tra metilazione e aumento dell’infiammazione e della risposta all’interferone.

Uno degli approcci che è stato studiato dai ricercatori è quello di intervenire sulle informazioni a livello epigenetico, cioè sull’epigenoma, per rendere successivamente i tumori responsivi alle terapie.

L’ipotesi dei ricercatori è dunque chiara: potenziando i livelli di metilazione, si cerca di utilizzare l’infiammazione a nostro vantaggio.

Il potenziamento della metilazione è esattamente ciò che si cerca di fare lavorando in ottica funzionale sugli stili di vita (epigenetica), attraverso l’educazione a sane abitudini e con la somministrazione orale o endovenosa di integratori specifici sul ciclo di Krebs (glutatione, NAC, PEA, omega 3, acido ascorbico, vitamina D, CoE Q10, eccetera).

In alcuni casi è possibile utilizzare l’infiammazione a nostro vantaggio, interagendo con la via biochimica dell’interferone, attraverso l’ozono terapia sistemica.

 

È tempo di volersi bene.

 

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Fonti:

https://www.ilmattino.it/AMP/primopiano/tumore_colon_cancro_cura_dna_cosa_cambia-7264763.html

 

Altri miei post su questo argomento:

MUTAZIONE MTHFR E INFIAMMAZIONE

MATRICE EXTRACELLULARE E INFIAMMAZIONE

TROMBOSI E MUTAZIONE GENETICA MTHFR









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