ACIDI GRASSI OMEGA 3 E MTHFR
corpo (intestino)
17 marzo 2023
Acidi grassi omega 3 e MTHFR | Stefano Manera Blog

Gli acidi grassi omega 3 possono aiutare a ridurre l'omocisteina, un fattore di rischio cardiovascolare che è oltretutto spesso legato alle patologie infiammatorie croniche (neurodegenerative, autoimmuni, ma anche frattura dell'anca, declino cognitivo, osteoporosi, malattia renale cronica, ipotiroidismo, malattia di Alzheimer, schizofrenia ecc.).

L'iperomocisteinemia si verifica in particolare in persone con mutazione MTHFR.
Altre cause possono essere l'inadeguata introduzione di vitamine del gruppo B o l'assunzione di farmaci o sostanze che ne alterano l'assorbimento (inibitori della pompa protonica, antiacidi, alcol).

Gli omega 3 sono particolarmente efficaci in caso di livelli di omocisteina medio-alti.



Usare forme attive di folati (metilfolato, 5-MTHF) al posto dell'acido folico non metilato (AF) previene la presenza nel sangue di UMFA (acido folico non metabolizzato) che può essere un problema.
In gravidanza, ad esempio, le forme già attive sono assorbite dalla mamma e dal feto, superando la placenta, e non vengono influenzate dalla presenza di mutazioni MTHFR.
La presenza di UMFA è stata collegata a ricorrenza di tumore all'intestino e problemi cognitivi.


Altri esiti negativi potenzialmente legati all'UMFA durante la gravidanza sono le allergie alimentari e le malattie respiratorie. In uno studio recente, livelli elevati di UMFA nel sangue del cordone ombelicale sono correlati positivamente con le allergie alimentari nei bambini piccoli.
Ulteriori studi suggeriscono che i tempi di esposizione all'AF durante la gravidanza possono aumentare il rischio di sviluppare l'asma durante l'infanzia.
Un altro studio sostiene l'associazione tra UMFA, funzione polmonare e asma nei bambini e negli adulti.
La supplementazione di 5-MTHF aggira il problema dell'integrazione con dosi eccessive di AF in gravidanza.


Come ho già avuto modo di scrivere, la presenza di mutazione MTHFR è spesso la causa di problemi di fertilità.
I diabetici che assumono metformina sono a rischio di carenza di vitamina B12 perché il farmaco interagisce con il suo assorbimento. Questo può favorire un aumento di omocisteina, metabolita infiammatorio che aumenta il rischio cardiovascolare.
Sarebbe opportuno misurare sempre i livelli di B12 in chi assume metformina ed eventualmente integrare con supplementi o iniezioni.

 

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Fonti:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35440313/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35653630/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35843792/









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