

Pochi giorni fa abbiamo letto molti articoli sui giornali che dicevano che il batterio Escherichia coli (E.C.) sarebbe la causa dell'infarto miocardico.
Subito si è parlato di nuove prospettive terapeutiche per la sua cura che prevedono anche lo sviluppo di un vaccino che prevenga il processo di trombosi delle coronarie.
Subito si è generato panico.
Subito le persone hanno chiesto il vaccino per prevenire l'infarto.
È opportuno fare un po' di chiarezza intorno a questa notizia.
Prima di tutto dobbiamo citare la fonte, cioè la ricerca del team del prof. Francesco Violi del Policlinico universitario Umberto I di Roma e pubblicata sull'European Heart Journal il 3 gennaio 2020 dal titolo: "Low-grade endotoxaemia enhances artery thrombus growth via Toll-like receptor 4: implication for myocardial infarction".
In realtà questa ricerca non dice che il batterio è la causa dell'infarto, ma che favorirebbe l'evoluzione della placca ateromasica, cioè la vera responsabile, in seguito alla sua rottura, dell'infarto.
Noi sappiamo molto bene che l'Escherichia coli è un batterio Gram -, estremamente presente numericamente e commensale nel nostro intestino, cioè privo di veri e propri effetti benefici, se non quelli di fare biomassa, contribuire alla sintesi della vitamina K e regolare la presenza di altri batteri intestinali.
Alcuni Escherichia coli sono invece molto aggressivi e patogeni e favoriscono l'insorgenza di alcune gravi malattie, ma questo esula dallo scopo del presente articolo.
L’infarto del miocardio colpisce ogni ora 7 persone in Italia, ma quali sono le cause?
I fattori di rischio sono noti e sono tanti: la familiarità, l’obesità, il diabete, l’ipercolesterolemia, la pressione alta e il fumo.
Sappiamo anche che nei pazienti con infarto miocardico acuto con sopraelevazione del tratto ST, sono stati trovati alti valori di zonulina fecale.
La zonulina è una proteina implicata nella permeabilità intestinale e che si ritrova nelle feci dei pazienti affetti dalla così detta "leaky gut syndrome" o permeabilità intestinale.
Sappiamo anche che i pazienti obesi, dismetabolici, diabetici, dislipidemici e fumatori, sono tutti pazienti in disbiosi intestinale, cioè affetti da infiammazione intestinale e quindi, da permeabilità intestinale.
La causa dell'infarto è sempre la rottura di una placca presente a livello coronarico che il batterio può aiutare ad aumentare di volume.
Il punto quindi non è eliminare l'Escherichia coli (presente naturalmente e fisiologicamente e in grande quantità nel microbiota intestinale), ma evitare che questo amico possa andare in circolo liberamente e combinar dei guai.
Il punto allora non è trovare un vaccino, ma è quello di non far formare le placche ateromasiche (stile di vita e alimentare sano), evitare le loro calcificazioni e ridurre la flogosi intestinale (permeabilità).
Qualche idea?
- Prenditi cura di te, nel profondo. Cura il tuo corpo e il tuo spirito.
- Pratica un'alimentazione sana e non immunostressogena (ATTENTI, ATTENTI, ATTENTI a zucchero, glutine e caseina).
- Introduci alimenti antiossidanti (acidi grassi omega 3, acidi grassi a catena corta, vitamine, ad esempio vitamina C, eccetera...).
- Evita la disbiosi: la disbiosi genera infiammazione, quindi attento ad abusare di farmaci che hanno un effetto negativo ormai noto sul microbiota (ops! molti farmaci prescritti ai pazienti cardiopatici lo fanno!)
- Integra regolarmente il tuo microbiota con probiotici che aiutino attivamente la salute del tuo intestino riducendo l'infiammazione in modo delicato e fisiologico.
- Integra la dieta regolarmente con VITAMINA D (insieme alla vitamina K riduce la formazione delle placche e ne previene la calcificazione).
- Fai attività fisica!
- Evita lo stress: il cortisolo genera disbiosi intestinale!
- Non fumare!
È un po' più chiaro ora?
Quindi niente panico, ma cambia da ora le cattive abitudini: anche il tuo cuore potrebbe giovarne!

