LA RISOLUZIONE DELL'INFIAMMAZIONE
corpo (intestino)
8 agosto 2023
La risoluzione dell'infiammazione | Stefano Manera Blog

Un articolo a firma di Connie Chang da poco ripubblicato sul National Geographic approfondisce i meccanismi che portano alla cronicizzazione e alla diffusione dello stato infiammatorio mettendo in evidenza l’importante ruolo delle proresolvine (o SPM) nella risoluzione dell’infiammazione.


"Arrestare semplicemente l'infiammazione non è sufficiente per riportare i tessuti al loro stato normale", afferma Ruslan Medzhitov, professore di immunobiologia alla Yale School of Medicine.
Questo approccio ignora una fase importantissima dell'infiammazione chiamata “risoluzione”.
Quando questo processo viene interrotto, ad esempio da terapie steroidee, possono insorgere malattie infiammatorie croniche e/o autoimmuni.

All'inizio degli anni 2000 i ricercatori hanno iniziato a riconoscere il ruolo dell'infiammazione in condizioni diverse come l'Alzheimer, il cancro, il diabete e le malattie cardiache, spingendoli a riformulare l'infiammazione come spiegazione unificante per una miriade di disturbi, compresi quelli che sviluppiamo con l'avanzare dell'età.
Anche l'invecchiamento stesso e le patologie ad esso associate sono guidati da un'infiammazione persistente, cioè cronica.

 

Fino a tempi relativamente recenti, gli immunologi pensavano che l'infiammazione e i prodotti dell'infiammazione - le molecole che la innescano, le cellule e i tessuti morti - alla fine venissero metabolizzati o si dissolvessero spontaneamente da soli, in poche parole che la restitutio ad integrum fosse spontanea.
La realtà invece è ben più complicata e conoscere i meccanismi della risoluzione potrebbe avere effetti rivoluzionari sul modo in cui trattiamo un'ampia gamma di malattie.
L'infiammazione si è evoluta per svolgere una funzione importante: libera il nostro corpo da ciò che non gli appartiene, inclusi batteri, virus, cellule tumorali ed elementi irritanti come schegge.

 

Durante il Covid, spiegai a lungo che un processo infiammatorio si suddivide in fasi e ricorderete benissimo quanto ho insistito affinché il trattamento della malattia dovesse  essere precoce e tempestivo, ovvero nella fase 1 o, al più tardi, nella fase 2, altrimenti il rischio sarebbe stata una terapia inefficace e un decorso gravato da un maggior rischio di morbilità e mortalità.
In casi estremi, come nelle tempeste di citochine associate alla sepsi o al Covid-19 grave, l'infiammazione può compromettere più organi, portando a catastrofici danni del sistema e alla morte.
Sebbene rimanga ancora molto lavoro per decodificarne i segreti, la "sindrome da long-Covid" probabilmente deriva da un catastrofico fallimento di un'appropriata risposta e risoluzione immunitaria.

 

La risoluzione dell'infiammazione è un processo attivo, complesso e altamente organizzato che ha lo scopo di ricostruire i tessuti e rimuovere i batteri e le cellule morte.
Quando questo processo viene interrotto, le malattie infiammatorie diventano croniche.

 

Quando l'infiammazione diventa cronica, le citochine proinfiammatorie prodotte dalle cellule del sistema immunitario operanti in prima linea spesso danneggiano i tessuti sani del nostro corpo, con conseguenti danni collaterali più o meno gravi.
Le malattie autoimmuni (come l'artrite reumatoide e il lupus), caratterizzate da dolore e peggioramento della disabilità, sono state a lungo associate a un'infiammazione persistente.
Anche il decorso del cancro è destinato a peggiorare quando l'infiammazione non si risolve.

 

"La chemioterapia e le radiazioni sono come mazze", dice Dipak Panigrahy, assistente professore di patologia al Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston. "Esse possono sì uccidere le cellule tumorali, ma stimolano l'infiammazione, la quale alimenta a sua volta le cellule tumorali circolanti che sopravvivono al trattamento".

 

Ruslan Medzhitov paragona un'infezione a un tubo rotto che ha inondato d'acqua una stanza.

Riparare il tubo potrebbe impedire all'acqua di fuoriuscire ancora, ma non riporta la stanza al suo precedente stato funzionale. L’acqua dovrà infatti essere rimossa e la stanza ripulita e ripristinata.
Allo stesso modo, l'infiammazione ha una fase di pulizia nota come risoluzione che procede attraverso una serie di passaggi altamente coordinati e geneticamente preordinati.

 

Proprio come le fasi iniziali dell'infiammazione, anche la sua risoluzione è orchestrata da un esercito di potenti molecole di segnale.
Ad oggi le maggiormente studiate sono le proresolvine (SPMs) o mediatori specializzati della pro-risoluzione, scoperti negli anni '90 da Charles Serhan, professore di anestesia alla Harvard Medical School.
È verosimile e auspicabile pensare che queste molecole, in un futuro prossimo, possano essere utilizzate come strategia terapeutica integrativa su vasta scala in vari ambiti medici e chirurgici, come il cancro e la sepsi le patologie autoimmuni su base infiammatoria cronica e la malattia parodontale.

 

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Fonti:

• "Cervello Intestino: un Legame Indissolubile":

   https://www.stefanomanera.it/libro-cervello-intestino-legame-indissolubile.html
   https://www.macrolibrarsi.it/libri/__cervello-intestino-un-legame-indissolubile.php?pn=7644

 

https://www.nationalgeographic.com/premium/article/end-inflammation-new-approach-treat-diseases-cancer-aging-covid









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