FIBROMIALGIA, OLTRE IL DOLORE
la stanza degli ospiti
27 dicembre 2021
Fibromialgia, oltre il dolore - Cristina Cogoi | Stefano Manera Blog

[ Articolo di Cristina Cogoi.]

 

Esiste un luogo sulle mappe geografiche, in cui vivono oltre 2 milioni di malati "invisibili".


Un occhio distratto potrebbe non notarli, non hanno gessi, fratture, fasciature, lividi, cicatrici, eppure soffrono terribilmente.


Hanno dolori diffusi e costanti in tutto il corpo accompagnati da un profondo senso di affaticamento e spossamento.


Se si potesse vedere il loro dolore, assomiglierebbe ad un corpo completamente ricoperto da lividi, antichi tatuaggi indelebili al tempo.


Questo luogo si chiama Italia ma non è il solo sugli atlanti.


Due sono i milioni di abitanti in Italia che soffrono di fibromialgia, alcuni sostengono siano quasi 3 milioni.


Si tratta di una patologia che colpisce il 3% della popolazione mondiale.


 

La fibromialgia (FM) è una sindrome complessa, il termine significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (legamenti e tendini) e affaticamento (astenia).


Ad oggi ha ancora tempi lunghi di diagnosi, per la mancanza di test clinici e strumentali che ne potrebbero velocizzare il riconoscimento anche se la ricerca sta promettendo nuovi sviluppi.


Sembra sempre più vicina la possibilità, grazie ad una ricerca scientifica italiana, di poter avere una valutazione del dolore cronico.


Questo grazie a un test del sangue che permetterà di individuare il primo biomarker al mondo (MLM, Mu- Lympho- Marker).

 


La fibromialgia si manifesta con dolore muscolo scheletrico generalizzato, sebbene possa avere inizio anche in una sede specifica come cervicale e spalle.


Nonostante il dolore sia localizzato in corrispondenza dei tessuti molli, (muscoli, legamenti e tendini) la fibromialgia non è un’infiammazione dei tessuti.


In letteratura i primi casi vennero definiti come fibrosite (1968) fino agli anni ’80, in cui fu chiaro che si trattava di una patologia a sé stante, i cui criteri diagnostici sono stati ben descritti dall’American College of Reumatology solo nel 1990.


La fibromialgia è associata ad astenia, problemi cognitivi, disturbi del sonno, ansia depressione e/o cefalee, colon irritabile, ed emicrania, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione.


Questi sono alcuni dei sintomi comunemente descritti dai pazienti con sindrome fibromialgica.


Pazienti per la maggior parte di sesso femminile (90%).


 

Ad oggi non esiste uno studio che individui la causa della fibromilagia, anche se i reumatologi sono concordi sul dire che esistono fattori che possono scatenarla e che si tratta di una malattia autoimmune.


Disfunzioni ormonali e alterazioni a livello dei neuro trasmettitori sono alcune di queste. 


In realtà la fibromialgia è molto di più.


Solo chi ne è affetto può condurci a visitare quei tatuaggi invisibili ad occhio nudo.


Solo chi ne soffre può spiegarci la fatica che compie il corpo sin dalle prime ore dal risveglio ad adattarsi ad un nuovo giorno che inizia.


Solo chi se la porta addosso può spiegare quanto incida sulla propria vita sociale, affettiva e lavorativa.


 

 

Molti sono gli approcci alla fibromialgia per offrire sollievo a questi pazienti.


Trattamenti fisioterapici, attività aerobica, pilates, macchinari di bioenergetica, piscina, farmaci, yoga, agopuntura, terapia iperbarica, chinesiologia e tanto altro.


Tutti strumenti validissimi, non discuto ma, non risolutivi se non abbinati ad un approccio olistico a 360 gradi.


Faccio un passo indietro ma lo ritengo di fondamentale importanza per poter comprendere questo pensiero.

 



L'epigenetica è la branca della biologia che spiega come, per vivere al meglio, sia indispensabile che ogni uomo sia l'attore protagonista della propria vita e non una semplice comparsa.


Ciò che siamo non è scritto e racchiuso solo nel nostro genoma ma, come è stato ampiamente dimostrato, è determinato da processi di interazione tra noi e l'ambiente.


Sonno, alimentazione, attività fisica, gestione dello stress e della paura, stile di vita, influenzano in modo positivo o negativo la nostra realtà.


Non solo, ma questi comportamenti possono accendere o spegnere in modo reversibile l'espressione fenotipica (senza alterazione del genoma) di alcuni nostri geni e tramandarne il cambiamento alle generazioni successive.


Questo segna un nuovo paradigma di estremo valore.


 

Ciò che siamo non è chiuso e racchiuso nel nostro genoma ma è determinato da un processo di interazione dinamica tra noi e l'ambiente.


Siamo la risposta con cui il nostro genoma risponde al mondo. 
Il suffisso " EPI" sopra ai geni lo identifica bene.


Questo è un concetto RIVOLUZIONARIO, non ci sono più scuse, ma solo azioni di consapevolezza.


Noi siamo gli attori protagonisti e i registi della nostra vita con le nostre scelte quotidiane.


Possiamo scegliere se essere proattivi o reattivi. se essere causa o effetto, se vivere nel passato o nel futuro o nel presente.


Siamo stati dotati sin dalla nostra nascita di qualche cosa di complesso ma meraviglioso, il nostro corpo.


Un veicolo speciale che dobbiamo mantenere in ottime condizioni per affrontare il viaggio della vita.


Chiarito questo concetto, viene più facile comprendere l'approccio olistico a questa patologia ma in realtà a prescindere da essa, dovrebbe diventare uno stile di vita comune a tutti.


 

Fondamentale per la nostra salute è l'alimentazione.
 Ippocrate sosteneva che siamo ciò che mangiamo eppure spesso ce lo dimentichiamo.


“Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la medicina il vostro cibo”


Nei secoli, abbiamo sottoposto il nostro corpo a usanze alimentari e materie prime trattate che lo hanno stressato, infiammato, acidificato.


L'uso smoderato di farine, zuccheri, carni rosse, cibo spazzatura, hanno creato danni importanti al nostro corpo partendo dall'alterazione del microbiota intestinale.


Senza poi contare fattori inquinanti e pesticidi utilizzati per la coltivazione di frutta e verdura.


Una cosa è certa, il nostro corpo ci parla in continuazione ma noi non lo ascoltiamo anzi cerchiamo di adattarlo a piegarlo al nostro volere.

 


Il paziente fibromialgico ha alimenti che non deve mangiare, altri fortemente sconsigliati, altri ancora indispensabili da ingerire.


Necessita inoltre di una integrazione consapevole che integri carenze vitaminiche, rilassi le terminazioni nervose e combatta i radicali liberi.


È importantissimo il supporto di nutrizionisti preparati in questo ambito.


Di sicuro un paziente fibromialgico non potrà seguire una dieta mediterranea che è sconsigliata, mentre troverà benefici da un'alimentazione chetogenica o comunque personalizzata a seconda delle patologie annesse, alternate volendo anche a ore di digiuno, (non fai da te) e da una idratazione costante consapevole.

 


Quello che inizialmente potrebbe sembrare una privazione è invece il primo passo verso un equilibrio (omeostasi) che non tarderà a dare risultati.



Sonno ristoratore, forze maggiormente distribuite nella giornata, dolore meno percepito nel corpo e soprattutto un habitat per le proprie cellule più alcalinizzato.


Non dimentichiamoci che siamo costituiti da circa 50 trilioni di cellule che vivono in quel mare che viene chiamato matrice extracellulare.


Questo mare, dove avvengono gli scambi metabolici, va tenuto per la nostra salute pulito, il più alcalinizzato possibile.
 Nasciamo basici e moriamo acidi ricordiamocelo e l'acidità crea infiammazione cronica, la più pericolosa e silente per ogni individuo.


 

Ma il paziente fibromialgico, come qualsiasi altra persona, non è soltanto corpo è anche spirito e mente.


Siamo tutti ecosistemi evoluti e allora, nella sua presa in carico, non possiamo dimenticarci di questo.


L'ascolto attivo è di fondamentale importanza.
 Come lo è aiutarlo a comprendere che la fibromialgia è solo un aspetto, non rappresenta tutto il suo Sè. 


Il paziente fibromialgico non è solo FIBROMIALGIA, ma un mondo di colori nuovi che devono amalgamarsi.

Gestire il suo stato emozionale è indispensabile.


Ogni essere umano si ciba anche di pensieri spesso influenzati da credenze depotenzianti.


Si dice che ogni giorno l'uomo formuli almeno 70.000 pensieri e che per il 90% siano sempre gli stessi.


Se cambiano i pensieri, cambia la chimica dentro di noi. 


L' Amore stimola dopamina, ossitocina, vasopressina, gli ormoni chiamati della felicità.


La paura e lo stress invece generano cortisolo, tra l'altro forte inibitore del nostro sistema immunitario.

 


Ora, per quanto sia difficile, immedesimiamoci per un attimo in un paziente fibromialgico.


Ci state provando? 
Beh Non credo sia difficile immaginare di quale natura siano i suoi pensieri. 
Ecco perchè è importante capire quanto sia indispensabile aiutarlo a generarne dei nuovi.


Spostare l'attenzione rimanendo nel presente (nel qui e ora)
.

 

Come possiamo aiutarlo? con atti di presenza, con la mindfullness, con la meditazione, con lo yoga della risata (la migliore medicina di sempre).


Quando diventiamo responsabili dei nostri pensieri realizziamo di avere il controllo sulle nostre scelte e diventiamo liberi.


Proprio per questo motivo nel mio lavoro di consulente ho inserito un nuovo percorso: accompagno le pazienti a riconoscere il loro talento.


 

Vi starete chiedendo cosa centra il talento con la fibromialgia?

Credetemi centra tantissimo. 
Il talento intanto non è un fare ma un essere.


Ognuno di noi ha un TALENTO anche se spesso fatichiamo a individuarlo e scoprirlo ha un valore inestimabile.


Il talento non è ciò che dobbiamo fare per dovere, senza passione.


Come dicevo non è un fare, ma un essere in quel senza spazio e tempo in cui si esprime e fluisce.


Nasce da una condizione di pienezza non di mancanza.


È un’inclinazione naturale, innata che spesso doniamo agli altri come un hobby, che sin da piccoli esercitavamo nel pieno della nostra libertà, senza comprenderne in realtà le potenzialità per noi e la nostra famiglia. 


Per questo è importante riconoscerlo e lasciarlo manifestare.
Il talento è qualche cosa di semplice, ma noi spesso lo complichiamo con il ragionamento, per adattarci alla società, all’immagine che ci siamo creati.


Riconoscerlo e soprattutto lasciarlo esprimere aiuta nel profondo a conoscersi, ad aumentare la propria autostima, a fermare i pensieri negativi.


Vi stupirete nel constatare cosa può fare. 


 

L'amore per se stessi è importantissimo, è alla base per ogni nostro più grande successo e la nostra vita, unica, insostituibile lo merita.


Siamo ecosistemi evoluti, non dimentichiamoci che l'educazione è l'arma più potente dell'uomo.


Aiutare le persone in questo percorso di consapevolezza, aiutarle a rimuovere credenze depotenzianti, aiutarle a a sbloccare traumi scatenanti, ma soprattutto aiutarle a comprendere la forza che è racchiusa in ognuno di noi fa la differenza.


Abituiamoci a compiere piccoli passi, ricordiamoci che è con l'abitudine alle piccole cose che si crea l'autostima maggiore.


Abituiamoci a fare un respiro cosciente al giorno. 
Siamo mondi in apnea ma l'ossigeno è vita. 
Respirare correttamente è una delle attività più rilassanti per l'essere umano.


Abituiamoci ad accogliere il dolore non come un nemico imbattibile, ma con la consapevolezza che ognuno ha un tallone d'Achille così il dolore ha il suo.


Le nuove scoperte stanno cambiando il paradigma scientifico.


A noi imparare a silenziare la mente e ad ascoltarci nel profondo senza giudizio, ma con la consapevolezza che la via della guarigione è racchiusa nell'equilibrio che troveremo tra corpo mente e spirito.

 


Ora chiudi gli occhi, facciamo insieme alcuni respiri profondi 

4 - 7 - 8 

(inspira 4, trattieni 7, espira 8) 

e mentre li fai ripeti:

 “Nessuno può amarmi come posso farlo io. 

Merito di amarmi al di sopra di ogni cosa”.

 

[ Articolo di Cristina Cogoi.]

 

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Cristina Cogoi, laurea in biologia con indirizzo genetico, una vita lavorativa spesa in ambito ospedaliero, si è occupata di tecniche chirurgiche per multinazionali.
Da 7 anni lavora in ambito fisioterapico strumentale e segue nello specifico molti pazienti fibromialgici.
Venendo a contatto con il dolore e l’infiammazione, ha compreso l’importanza dell’approccio olistico.
Da li la voglia di seguire corsi relativi all’inconscio, all’autostima e al talento, all’alimentazione, alla mindfulness, all’epigenetica e alla nutrizione per un approccio al paziente più completo.
Il blog che ha creato a febbraio del 2020 "Il coraggio di cambiare" nasce da questo suo viaggio di rinascita e ha lo scopo di offrire a tutte le donne strumenti di consapevolezza.

 

Ho conosciuto Cristina a causa dell’interesse comune verso la fibromialgia intesa come patologia di arrivo di un lungo percorso infiammatorio multisistemico.









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