HACKERARE LA MENTE E CURARE IL PENSIERO
la stanza degli ospiti
28 febbraio 2024
Hackerare la mente e curare il pensiero - Michele Grotto | Stefano Manera Blog

[ Autore: Michele Grotto ]

 

Hackerare la mente e curare il pensiero: tre trappole mentali da conoscere per pensare bene e vivere meglio.

 

Irrazionalità e autovalutazione


Partiamo da un presupposto fondamentale: la mente umana è un computer meravigliosamente imperfetto.
Perché per quanto possa essere efficiente e per quanto ci piaccia pensare di essere razionali e intelligenti, la realtà è che molto spesso è proprio la nostra mente a metterci i bastoni tra le ruote.
I bias cognitivi ne sono la conferma: la maggior parte delle scelte che prendiamo ogni singolo giorno è influenzata da un’innumerevole quantità di errori di pensiero in cui cadiamo sistematicamente. Delle vere e proprie trappole mentali in grado di farci finire fuori strada.
Una delle attività in cui più spesso subiamo l’effetto dei nostri cari vecchi bias è l’autovalutazione:quando dobbiamo giudicare il nostro operato, le nostre  performance o più in generale la nostra vita, le probabilità di cadere in una o più trappole del nostro stesso pensiero sono elevatissime.
Il punto è che l’autovalutazione non è affatto un’attività di poco conto.
Prenderci cura dei nostri pensieri e migliorare la nostra capacità di autovalutarci significa infatti riuscire a innalzare il nostro livello di benessere.
Il motivo è che molto spesso – proprio a causa dei nostri bias – siamo noi a essere in assoluto i peggiori critici di noi stessi, portando la nostra mente a rimuginare e preoccuparsi anche quando, in realtà, non ci sarebbe alcun valido motivo per farlo.
Ecco quindi tre dei meccanismi cognitivi inconsci che più frequentemente compromettono la nostra capacità di autovalutarci, provocando spesso insoddisfazione, preoccupazione e frustrazione.

 

 

1. L’eccesso di negatività

(Negativity bias)


La nostra mente prova una vera e propria attrazione nei confronti della negatività: per questo, ad esempio, una notizia negativa sentita al telegiornale riesce ad attirare la nostra attenzione e a mantenere alta la nostra concentrazione più a lungo rispetto a una notizia positiva.
La causa di questo fenomeno è il Negativity bias, uno dei nostri errori di ragionamento più frequenti e al tempo stesso pericolosi.
Come per le notizie del telegiornale, lo stesso vale anche per la nostra vita e le nostre (dis)avventure: il nostro cervello, per sua natura, tende a focalizzarsi eccessivamente sul bicchiere mezzo vuoto, sulla sbavatura, sugli errori e sui fallimenti, piuttosto che sui nostri successi.
Ricordatelo bene: se tutto ti sembra andare storto, esiste una buona probabilità che le cose siano meglio di quel che pensi. E la colpa è proprio del Negativity bias.

 

 

2. Il divario di gradimento

(Liking gap)


Le scienze comportamentali hanno in più occasioni dimostrato quanto sia facile cadere nell’errore di sottovalutarci abbondantemente.
Da un punto di vista strettamente scientifico, possiamo dire con un buon livello di certezza che sei meglio di quel che credi di essere.
Statisticamente, infatti, è estremamente probabile che tu – come buona parte degli altri esseri umani – stia subendo quel fenomeno cognitivo-comportamentale che prende il nome di Liking gap o, nella sua versione italiana, divario di gradimento.
Il nostro cervello ha infatti un bug [in informatica, errore di funzionamento di un sistema, ndr]: è dotato di un meccanismo di autopercezione che ci porta a sminuire il livello di gradimento che gli altri hanno nei nostri confronti.
In altre parole, pensiamo di piacere di meno rispetto a quanto piacciamo realmente.
Quando ti preoccupi del giudizio degli altri perché pensi di non piacere o di non essere abbastanza, beh, ricordati del Liking gap: le probabilità che tu piaccia molto di più di quel che pensi sono molto, molto alte.

 

 

3. L’effetto riflettore

(effetto Spotlight)


La nostra mente (sempre particolarmente motivata, quando si tratta di metterci il bastone tra le ruote) non solo tende a focalizzarsi sul negativo e sottostimare il livello di gradimento altrui nei nostri confronti, ma molto spesso si diverte a innescare anche l’effetto Spotlight.
L’effetto Spotlight è quel meccanismo inconscio che ci porta a pensare di essere sempre al centro dell’attenzione, come se tutti i riflettori fossero puntati su di noi.
Proprio a causa di questo meccanismo, tendiamo a esasperare la portata dei nostri errori e delle nostre gaffes, pensando appunto che tutti notino ogni singola nostra sbavatura.
Qui, il Negativity bias e il Liking gap vanno letteralmente a nozze: se s’innescano insieme all’effetto Spotlight, tutto magicamente sembra peggio di quello che è e – in aggiunta – sembra essere anche sotto gli occhi attenti (e giudicanti) di tutti. Una combo di pura frustrazione!
Fortunatamente, però, non è così che stanno le cose: si tratta più semplicemente di una trappola mentale che ci porta a giudicare in maniera distorta noi stessi e il livello di attenzione che gli altri ripongono in quel che diciamo o facciamo.
Nella stragrande maggioranza dei casi, le altre persone sono troppo preoccupate per il tuo giudizio (proprio come tu lo sei per il loro) per pensare ai tuoi errori e giudicarti male. Ricorda: non c’è alcun riflettore puntato sui tuoi passi falsi.

 

 

Sei meglio di quel che pensi!


Questi tre meccanismi inconsci hanno un insegnamento davvero prezioso per tutti noi.
Da un lato, ci possono ricordare che non siamo al centro del mondo e che non sono sempre tutti pronti a puntarci il dito contro, anzi! Dall’altro lato, ci possono ricordare anche che è molto probabile che la nostra autovalutazione sia errata o perlomeno distorta: nella maggioranza dei casi, piacciamo molto di più di quanto pensiamo di piacere e otteniamo risultati più positivi di quel che sembrano.

In altre parole, sei meglio di quello che pensi (e la tua vita è meglio di quello che credi). E per accorgertene, ti basta solo prenderti cura dei tuoi pensieri e cambiare punto di vista.
Perché, come sempre, “o controlli la tua mente, o la tua mente controlla te”.

 

-----

 

Michele Grotto è un amico con cui ho avuto il piacere di condividere il palco del TEDx Asiago nel 2023.
In quella occasione mi colpì molto il suo speech in cui parlò dei pregiudizi e della Formula del Valore per cambiarli.
Fu interessantissimo e sorprendente apprendere che il nostro cervello è programmato per funzionare tramite i bias cognitivi, cioè errori cognitivi sistematici che si basano sui pregiudizi inconsci della nostra mente.
Michele è un architetto delle scelte, consulente strategico e Brain Hacker.
È possibile influenzare i comportamenti e i processi decisionali inconsci di una persona con certezza scientifica? Questa è la domanda che, negli anni, lo ha portato a studiare e scoprire il funzionamento del cervello e del comportamento umano.
Perché proprio in questa domanda si cela il segreto per gestire al meglio il cambiamento, personale o aziendale che sia.
Per questo - in qualità di consulente, speaker e formatore - ogni giorno si impegna a mettere al servizio delle persone e delle organizzazioni le più recenti scoperte nel mondo delle neuroscienze comportamentali, per arricchire il potenziale umano e agevolare il cambiamento. Il tutto, perseguendo un unico grande scopo: ispirare più persone possibili a prendere consapevolezza di come funzionano, con l’obiettivo di scoprire come funzionare meglio.
Perché - come dice sempre - “o controlli la tua mente, o la tua mente controlla te”.









web design