INSEGUENDO L'INFELICITÀ
mente (cervello)
24 maggio 2020
Inseguendo l'infelicità | Stefano Manera Blog

L'infelicità  è ovunque.

Negli sguardi, nei movimenti, nelle parole, nei sogni.
Troppe volte diciamo "avrei voluto fare" o "avrei voluto essere" e già  queste frasi mettono una pietra sopra le nostre ali schiacciandoci a terra con violenza e definendoci, spesso, irrimediabilmente.
Con questo peso non possiamo vivere, abbiamo bisogno di emergere, di farci grandi, credendo persino di essere ciò che non siamo.
Un micino impaurito che si crede un leone.
Tutto questo per una boccata di felicità.
Incredibile vero?
I nostri vuoti, i limiti personali e la mancanza di autostima ci spingono a cercare un riconoscimento esterno grazie al quale sentirci rafforzati, ci spingono a nutrire il nostro Io per non soffrire.
Se non vogliamo che l'infelicità diventi una malattia contagiosa, se non vogliamo trasmetterla ai nostri figli, se non vogliamo imbruttire ulteriormente questo mondo, piantiamo questo seme nelle nuove generazioni, aiutiamole a costruire un ego sano ed empatico, facendo in modo che si addentrino nell'arte dell'alimentare l'animo e la bellezza interiore.

 

Facciamoci piccoli, non invisibili, semplicemente piccoli.
Liberiamoci dalla necessità di sentirci inutilmente superiori agli altri.
Non ancoriamoci solo ai nostri successi, alla necessità di vincere: anche le sconfitte sono maestre insostituibili.
Non pensiamo di essere al centro del mondo, noi ne siamo solo una parte piccola, sebbene importante.
Non sentiamoci continuamente offesi da ciò che dicono, fanno o pensano le persone che ci circondano, noi non siamo così importanti.
Liberiamoci del bisogno di avere sempre di più: apprezziamo quello che abbiamo già, gustiamolo fino in fondo.
Pratichiamo la gratitudine e la gentilezza, sempre.
Il nostro obbiettivo non è quello di avere fama o successo.
Il vostro obbiettivo è, semplicemente, essere felici!
E la vita è davvero troppo breve e preziosa per essere sprecata e gettata nel pozzo dell'infelicità.

 

Cerchiamo di alimentare l'animo e di praticare l'umiltà che ci permetta di riconoscere l'altro come parte di noi stessi.
Solo così avremo sempre meno paura.
Solo così, liberandoci dal superfluo, potremo veramente essere felici.

 









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