UNA MEDICINA ALTERNATIVA E ILLUMINATA
mente (cervello)
18 maggio 2021
Una medicina alternativa e illuminata | Stefano Manera Blog

In un mondo che va troppo velocemente, che non dà il tempo per fermarsi a riflettere, che vede l'uomo come elemento produttivo, come numero, come parte di un meccanismo e non più come elemento sacro, abbiamo bisogno prima di tutto di cultura.
Abbiamo acquisito un numero imprecisato di nozioni, di capacità tecniche, ma abbiamo perso tanta cultura, tanta conoscenza dell'insieme che lega e che permette il fluire del tutto. Cultura da intendersi come legame, come l'interstizio vitale in cui far fluire la linfa della conoscenza.

Proprio la conoscenza diventa la parola chiave.

 

 

Conosci te stesso. Questa esortazione è una massima religiosa antica iscritta sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e per secoli ha influenzato i più importanti pensatori della cultura occidentale.
Per Socrate una vita che non si ponga questa domanda non è degna d'essere vissuta.
"Chi sono io?" è anche un koan del buddhismo zen, ovvero una domanda senza risposta per tentare di scoprire la verità e quindi "risvegliare" una profonda consapevolezza.
La conoscenza è risveglio e il risveglio avviene esclusivamente attraverso la consapevolezza.

 

 

Cosa abbiamo perduto in questi lunghi decenni in cui il pensiero neoliberista pare aver invaso e permeato qualsiasi ambito dell'agire umano?
Nell'ultimo secolo l'uomo ha acquisito moltissime nozioni e informazioni, ne è stato inondato, ma nel contempo ha perduto il senso dell'insieme, del modo corretto di come utilizzare e collocare questo eccesso informativo. Ha perduto la visione sistemica, cioè la visione del tutto e la comprensione che ogni azione genera una reazione.
Ha perduto, in un modo di osservare e di pensare frammentato, anche buona parte del senso critico, della volontà dialogica, della capacità di confronto, elevando la medicina a scienza esatta e, talvolta, persino a fede.

 

 

Dobbiamo considerare realmente la possibilità di creare una Medicina alternativa come possibilità terapeutica che possa affiancare e integrare le nostre conoscenze attuali con un vero e proprio ritorno al modo di pensare (la rationem latina) che considerava l'uomo nella sua totalità al centro

L'evoluzione in questa visione non è più vista come una lotta competitiva per l'esistenza, ma piuttosto come una danza cooperativa in cui la creatività e l'emergere costante di novità sono le forze trainanti.
Una nuova scienza delle qualità sta lentamente emergendo, nuovi modelli matematici dove ogni volta uno più uno avrà un risultato differente, con nuova enfasi su complessità, reti e schemi di organizzazione.

 


La teoria sistemica ci dice anche che tutti i sistemi viventi condividono una serie di proprietà e di principi di organizzazione. Questo significa che il pensiero sistemico può essere usato per integrare le discipline accademiche e scoprire delle similitudini tra diversi fenomeni nel grande campo dei sistemi viventi.
La medicina deve riappropriarsi del pensiero sistemico e il suo obiettivo principale, che si tratti di medicina preventiva o curativa, dovrebbe essere sempre la personalizzazione, cioè adattarsi alle soggettive caratteristiche fisiopatologiche, nutrizionali, familiari, sociali e ambientali di ogni individuo.

Per questo motivo parliamo di medicina della persona e di medicina vitalista in cui l'atto medico diventa occasione per esprimere con forza la spinta vitale del soggetto.
Dobbiamo intendere una medicina che sia il meno possibile soppressiva, in cui la prevenzione e l'ascolto della persona diventino il punto cardine di una visione completa e necessariamente più illuminata.
Una medicina che sia il più possibile integrata e funzionale in considerazione della complessità delle patologie attuali che stanno diventando sempre più croniche.

 


L'ingresso del neoliberismo nel contesto gestionale della medicina è stato uno dei più gravi errori che si potessero compiere.
Un altro gravissimo errore è stato quello di non considerare più l'uomo al centro, nella sua interezza e totalità, ma di scomporlo in parti sempre più piccole, di parcellizzarlo, escludendo completamente la Natura nel contesto della crescita, dello sviluppo e della salute dell'essere umano.

Credo fermamente che il futuro sia rappresentato da un vero e proprio ritorno al passato, che non ha nulla a che fare con un richiamo nostalgico ma ha a che fare con un recupero autentico e profondo dell'Arte Medica, dove le parole arte e medica sono scritte entrambe con la lettera maiuscola poiché rappresentano
un ritorno alla Medicina Ippocratica.

 


La medicina, per definizione, non può che essere umana, ma come abbiamo già visto, l'odierno panorama è diverso. Oggi la medicina è caratterizzata da uno sbilanciamento della componente tecnologica ed economico-finanziaria rispetto alla componente antropologica dell'arte lunga, definizione della
medicina data da Ippocrate stesso.

Un vero e proprio manifesto per la vera e "nuova" medicina si ritrova nelle parole del cardinale Gianfranco Ravasi: "Sta crescendo la consapevolezza che la malattia e il dolore sono un tema globale e simbolico, non soltanto fisiologico. L'accompagnamento umano, psicologico, affettivo e spirituale è tutt'altro che secondario. C'è bisogno di tornare a una concezione umanistica della medicina".
Princìpi che valgono anche per i medici di morale laica. Occorre un reagente morale, un lavoro pedagogico tenace.
Il mestiere del medico – faticoso, difficile, angosciante – deve tornare ad essere arte della cura, sempre condotta tra scienza e valori spirituali.

 

 

È necessario il ritorno a una sanità che sia amica, a una stretta interrelazione medico-malato.
Una costruzione nella quale si incardina il diritto all'eguaglianza sociale, all'omogeneità territoriale, al paritario accesso ai servizi.
Infine è richiesta una piena applicazione, un pieno rispetto della Carta costituzionale, la nostra "Bibbia civile".
Chiudo citando Vladimiro Zagrebelsky, grande costituzionalista, che afferma che il diritto alla salute – intesa come il più elevato livello dello stato di salute raggiungibile dalla persona – è l'unico diritto che la Costituzione qualifica come fondamentale e questo, a mio modesto parere, dovrebbe
anche essere il fine ultimo dell'Arte Medica.

 

Su questo tema è disponibile il video-seminario "Riflessioni su una Medicina Illuminata".

 









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