PSICOTERAPIA E PSICHEDELICI, UN APPROCCIO POSSIBILE
mente (cervello)
16 maggio 2022
Psicoterapia e psichedelici, un approccio possibile | Stefano Manera Blog

L'utilizzo di piante psicotrope, in particolare di quelle psichedeliche, è una pratica antichissima ampiamente presente nel corso della storia culturale umana.
Lo sciamanesimo diffuso in tutte le società originarie ne riservava l’uso per pratiche di iniziazione, guarigioni e pratiche culturali.
Può essere interessante ricordare, a questo punto, come tra gli anni ‘50 e ‘70 del secolo scorso, una vera e propria corrente culturale e filosofica (Beat-Generation), promosse e giustificò l’uso di peyote, ayahuasca e funghi del genere psylocibes come esplorazione e liberazione della mente dalle costrizioni culturali ed educative della società (Huxley, 1954).

 

Scrisse Castaneda nel 1972, citando gli insegnamenti del suo maestro stregone Don Juan: "La realtà della nostra vita quotidiana consiste in un interminabile flusso di interpretazioni percettuali che noi, gli individui che condividono una specifica appartenenza, abbiamo imparato in comune a trarre… Per uno stregone il mondo della vita quotidiana non è reale come crediamo, è semplicemente una descrizione: una descrizione inculcatami fin dal momento della mia nascita […] Chiunque venga in contatto con un bambino è un maestro che gli descrive incessantemente il mondo, fino al momento in cui il bambino è capace di percepire il mondo come gli è stato descritto. Conosce la descrizione del mondo… ed è capace di trarre tutte le appropriate interpretazioni percettuali che, conformandosi a quella descrizione, la convalidano."

 

Ricordo che i riti sciamanici, attraverso le varie tecniche dell’estasi, erano dei momenti significativi di passaggio in cui i membri delle tribù acquisivano consapevolezza e percepivano l’unione col tutto, vivendo esperienze fuori dallo stato ordinario di coscienza.
I riti erano, in buona sostanza, dei complessi sistemi psicoterapeutici in cui lo sciamano lavorava sull’individuo e su tutta la tribù e le sue relazioni col mondo conosciuto (il campo) tramite un’espansione trascendente e inclusiva della coscienza individuale e collettiva, lasciando agire il flusso del Sé.

 

È noto che in genere opponiamo una strenua resistenza a cambiare la descrizione del mondo che abbiamo imparato a chiamare realtà, rispondendo a sollecitazioni percettuali nuove.
L’uso di sostanze psichedeliche aiuterebbe a "fermare il mondo" come lo conosciamo, alterandone l’interpretazione usuale delle nostre percezioni, dando contemporaneamente spazio a una nuova descrizione e a una nuova visione, aprendoci a nuove possibilità descrittive e di comprensione, a fare esperienza di insight e a varcare i confini della coscienza ordinaria.

 

La nostra percezione della realtà è molto complessa e dipende dal nostro passato filogenetico (geni), delle esperienze transgenerazionali (epigenetica) e delle nostre memorie procedurali e semantiche a lungo termine (esperienze precoci, cultura, eccetera).
Mark Solms scrive: "La maggior parte delle persone non si rende conto che le nostre percezioni del qui e ora sono costantemente guidate dalle nostre predizioni che sono generate soprattutto dalla nostra memoria a lungo termine."

 


Potremmo dunque dire che noi non vediamo o percepiamo il mondo esterno, ma semplicemente lo “ricordiamo” continuamente e automaticamente.
Quando invece insorge un errore di predizione (segnalato dal nostro sistema di feedback sensoriale) siamo forzati a svegliarci (coscienza), a uscire dallo stato di allucinazione controllata e produrne una nuova e più accurata.

 

L’etimologia di psichedelico significa "svelatore della mente" e il recettore corticale della serotonina è il principale responsabile dell’effetto psichedelico, presente in altissima concentrazione nella corteccia cerebrale.
L’occupazione del recettore da parte delle sostanze psichedeliche ne determina l’effetto, fino ad arrivare a una dissoluzione dell’Io e conseguente rielaborazione, secondo la descrizione offerta da soggetti sotto l’effetto di tali sostanze.
Esiste anche un’altra sostanza psichedelica responsabile della nostra attività onirica e naturalmente prodotta dal nostro cervello (la dimetiltriptamina o DMT), presente normalmente in quantità troppo piccole per essere significative, ma che certe sostanze possono far aumentare producendo i noti effetti psichedelici.
I recettori della serotonina, inoltre, sono fondamentali nel neurosviluppo proprio per la costituzione del Sé e questo spiegherebbe il fenomeno della dissoluzione del Sé sotto l’effetto di sostanze psichedeliche.
L’assunzione di psichedelici, attivatori di questi recettori, mette il nostro cervello in uno stato mentale altamente reattivo, facilitante sia le esperienze di insight, sia stati simil psicotici o francamente tali.

 

Possiamo ipotizzare quindi, come è stato fatto da alcuni autori, che le esperienze con queste sostanze comportino una regressione a stati precoci di sviluppo dove la formazione dell’Io e delle sue difese sia ancora in divenire, ovvero comportino una dissoluzione delle difese stesse o delle predizioni caratteriali, facilitando l’acquisizione di nuove esperienze in particolare relazionali.
Come già descrisse Huxley nei lontani anni ‘50, in questo senso le sostanze psichedeliche potrebbero aprire le porte della percezione a una nuova e curativa relazione col terapeuta o col gruppo "terapeutico", potendo diventare uno strumento utile in questo percorso.
Il lavoro curativo "vero" e indispensabile sarebbe comunque la psicoterapia che dovrebbe essere associata ad essi (Kraehenmann, 2017) per non lasciare che queste esperienze  restino isolate e prive di un contenimento e di una possibilità di interpretazione, comprensione e condivisione.

 

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Fonti:

- Carhart-Harris R.L. (2020), Psychedelics: Therapeutic Mechanisms, Annual Meeting of the British-NeuroPsychiatry-Association (BNPA).

- Carhart-Harris R.L. (2018). The entropic brain – revisited.
- Huxley A. (1954). The doors of perception.  Chatto & Windus (UK).
- Kraehenmann R. (2017). Dreams and Psychedelics: neurophenomenological comparison and therapeutic implications. Current Neuropharmacology, Vol. 15, No. 7. Pag. 1032-1042.
- Seth A. (2021) Being you. Faber&Faber Ltd, Bloomsbury House, London.
- Solms M. (2021) The Hidden Spring. Profile Books, London.
- Castaneda C. (1972). Viaggio a Ixtlan: le lezioni di Don Juan. Ed.Italiana, 1973, Astrolabio-Ubaldini Ed., Roma.









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