PSOAS, DIAFRAMMA, RESPIRAZIONE E ANSIA
mente (cervello)
25 giugno 2021
Psoas, diaframma, respirazione e ansia | Stefano Manera Blog

Blocco del diaframma, infiammazione dei muscoli psoas e disbiosi intestinale possono avere un denominatore comune: l'ansia, uno stato emotivo emozionale spesso cronico che crea un quadro infiammatorio in tutta l'area.

Possiamo avere notevoli benefici imparando a respirare meglio.

Ho parlato di psoas, diaframma, respirazione corretta e ansia in una diretta Facebook con l'amico Dott. Giulio Maria Ranalli, biologo nutrizionista.

 

Il muscolo psoas, che in realtà sono due muscoli, è poco conosciuto e poco trattato ma molto potente e massiccio. Garantisce postura, equilibrio ed è detto anche "muscolo dell'anima".

Quando nasciamo non abbiamo le curve fisiologiche della colonna vertebrale, che si formano nei primi mesi di vita.

Quando dalla posizione supina ci mettiamo a pancia in giù e poi solleviamo la testa, questo permette di formare la prima curvatura, la cervicale.

Poi con la lenta acquisizione della postura eretta attraverso i suoi fondamentali passaggi, garantiti anche dai muscoli psoas, è possibile anche la formazione della naturale lordosi lombare, attraverso la trazione anteriore delle vertebre lombari.

Quando abbiamo una problematica di infiammazione intestinale, acuta o non acuta, una disbiosi cronica, cioè un'alterazione cronica del microbiota intestinale, anche il muscolo psoas può essere coinvolto. Questo può modificare drammaticamente la postura, con ripercussioni anche nella zone più alte del corpo, come torace, spalle, collo e articolazione temporo-mandibolare.

 

Il diaframma, collegato allo psoas, è come dividesse in due il corpo: separa i polmoni dall'addome e dagli organi contenuti (stomaco, fegato e intestino), posti inferiormente. Con la respirazione diaframmatica si esercita un'azione meccanica benefica con un lavoro di flessione e di spinta verso il basso: una vera e propria spremitura.

 Il blocco del diaframma si riflette quindi anche sulla funzionalità epatica oltre che sull'intestino, e viceversa, cioè problemi epatici e intestinali possono bloccare il diaframma.

 

Quando nasciamo utilizziamo, per respirare, esclusivamente il diaframma, con una respirazione "di pancia".
Crescendo, per motivi psico emozionali, il diaframma si irrigidisce e si passa a una respirazione più alta, intercostale, tendendo ad utilizzare solo la parte superiore dei polmoni e in alcuni casi patologici (BPCO) solo i muscoli accessori del collo.

Si può tornare a un uso corretto del diaframma con esercizi di stretching, yoga, meditazione.
Ma la prima cosa che possiamo fare è molto semplice: controllare il nostro respiro, averne consapevolezza.

Toccandoci con le due mani, da sdraiati, la pancia e il torace, possiamo capire come respiriamo: cosa si muove di più? Possiamo poi fare in modo che ogni atto respiratorio sia accompagnato dal movimento di sollevamento dell'addome.

Non serve forzare l'espirazione contraendo gli addominali, basta inspirare allargando la pancia e espirare senza spingere forte, in modo lento, graduale e controllato, anche emettendo un sibilo leggero, un soffio, costante e morbido. Con la mano accompagnamo la pancia per fare uscire l'aria.
Quando parliamo di diaframma bloccato intendiamo dire che si muove poco, per mancato uso o presenza di infiammazione, con difficoltà a fare respiri profondi.


Quando meditiamo e facciamo una buona respirazione ci concentriamo nel muovere il diaframma, poi col tempo diventa automatico. Nasciamo con questa competenza, la dobbiamo semplicemente recuperare.
Se passiamo molto tempo seduti sarebbe importante cercare di respirare col diaframma, perché stando seduti avviene un avvicinamento di tutta la zona viscerale che può portare a innalzamento del diaframma e quindi al blocco.
Controllando il respiro e la voce ci si stanca meno e a volte mal di testa e cervicalgie possono essere aiutati dalla giusta respirazione diaframmatica.

Anche infiammazioni dei muscoli del collo, mal di spalle possono risolversi: avremo muscoli superiori più rilassati.


 
Possiamo respirare sia col naso che con la bocca, sono entrambi modi corretti.

Quando meditiamo è più corretto respirare col naso perché in questo modo la respirazione è più intima e ci connette maggiormente alla nostra linea mediana, oltre ad essere anche meno rumorosa. Dipende dalle tecniche. Non cadiamo però nel tranello che tutto debba essere tecnica: il respiro deve restare naturale.

 

Pensiamo alle persone con un quadro di iperattivazione del sistema simpatico (il sistema dell'attacco e fuga), cioè quelle persone che dormono poco, che sono perennemente ansiose e tese, che hanno attacchi di panico e caratterizzate dall'ipercontrollo, ebbene, per queste persone non esiste la possibilità di risolvere questo stato con dei farmaci, poiché questi ultimi possono solo essere un rimedio momentaneo.

Molto più efficace è resettare il sistema orto-parasimpatico con le tecniche di respirazione e bioenergetiche, facendosi aiutare da professionisti qualificati. Se lo si fa con costanza e senza scoraggiarsi all'inizio, si ottengono risultati strepitosi.

Sappiamo bene quanto il diaframma è un muscolo molto emotivo, più di tutti, e quando prendiamo una paura ci si blocca il respiro. Stress, ansia, emotività improvvisa, rabbia, portano a irrigidimento dei muscoli, diaframma incluso.

 

C'è un rapporto stretto tra i due muscoli psoas (destro e sinistro) e il diaframma, e come per il diaframma si può allenare lo psoas, aiutarne l'allungamento, per esempio alzando, da sdraiati supini, la zona lombare.

I muscoli psoas coincidono con i primi tre chakra, che regolano radicamento ed energia, e ci sono delle posizioni nello yoga che, lavorando sui muscoli, portano notevoli benefici anche ad un riequilibrio dei chakra, attraverso un esercizio sia spirituale che fisico di unità mente-corpo-spirito.

Si lavora sul chakra della radice nella posizione del loto che favorisce l'allungamento, sul chakra sacrale nella posizione della farfalla e sul plesso solare nella posizione del cobra.

 

Imparare a respirare non è un allenamento sportivo: in qualsiasi momento lo si può fare, ogni giorno, la presenza mentale è un aspetto che va praticato sempre.
Padroneggiare respiro e diaframma funziona moltissimo per fronteggiare attacchi di panico.
Se all'inizio facendo la respirazione abbiamo disagio e stordimento possiamo semplicemente fermarci un attimo, e possiamo farla distesi a letto proprio perché può provocare un leggero giramento di testa.
Tecniche come la meditazione hanno effetti benefici sul sonno e sui centri energetici al centro del nostro corpo e sarebbe bene quindi praticare prima di dormire.

 

Concludendo, impariamo a praticare il respiro, avremo benefici enormi!

Tutti lo possiamo fare, ovunque, anche in vacanza, passeggiando in montagna, nuotando, sempre: è un'attività vitale, respirare, che tutti facciamo ma che tantissimi facciamo nella maniera sbagliata, un'attività a costo zero che ha benefici impareggiabili.
Aprire il torace e portare le spalle indietro ci aiuta a respirare meglio e ci predispone meglio anche mentalmente, colleghiamo così in modo coerente la nostra linea mediana, linea che collega tutti i nostri chakra.

Tutto cambia, perché il pensiero genera azione e l'osteopatia ci insegna molto bene che forma e funzione sono indissolubilmente causa ed effetto reciproco.


 









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