RESPIRO E CONSAPEVOLEZZA
mente (cervello)
17 giugno 2021
Respiro e consapevolezza | Stefano Manera Blog

La pratica della meditazione del respiro consapevole è essenziale e imparare a usare il nostro respiro può permetterci di vivere meglio nutrendo la nostra attenzione cosciente.

 

Lunedì 14 giugno abbiamo parlato di respiro e consapevolezza in una lunga chiacchierata in diretta Facebook, con Davide Carrera, caro amico e campione mondiale di apnea profonda, cui abbina yoga e pratiche meditative, legando la dimensione atletica alla dimensione spirituale.

 

Quando si è a stretto contatto con la natura e con la sua immensità va fatto un passo indietro e con rispetto e umiltà serve chiedere il permesso.
Non si tratta di conquistare gli abissi, ma di tornare a un'attitudine di bambini mettendo da parte l'ego, perché l'ego, alla natura, non piace.
Capiamo che l'interdipendenza tra noi e tutti gli altri esseri è essenziale, e che siamo come le onde del mare che sono una diversa dall'altra, parte di un tutto.

 

Più che imparare a dominare il respiro, che presuppone controllo, dovremmo imparare a diventare osservatori.
Il respiro influenza tutte le attività fisiologiche del corpo e della mente e serve a gestire le energie.

Quando rallenta il respiro rallentano anche i pensieri ed è più facile entrare in uno stato meditativo, esplorare le sensazioni diverse che si provano e restare calmi.

 

Più abbiamo cura di noi stessi e meno abbiamo bisogno di respirare, il respiro ha anche la funzione di disintossicare il corpo.
Se si fa una vita sana si gestisce meglio il respiro, spesso il respiro affannato è anche sintomo di intossicazione corporea.

I bambini appena nati hanno un respiro diaframmatico assoluto, poi a poco poco cambia la morfologia e questo cambiamento, associato ai traumi che viviamo, rende difficile il respiro.

Abbiamo così persone bloccate, con diaframma fermo, che non respirano quando parlano, perché spesso c'è un vissuto di paura e la paura blocca il respiro.

 


Sostenere la propria solitudine come nel mare in solitaria è un'attitudine che va coltivata, non dobbiamo esserne spaventati. Illuminante è praticare la meditazione, partendo da pochi minuti. Cosa che sembra difficile proprio perché semplice.

La nostra mente ha disimparato ad avere a che fare con le cose semplici. Si tratta solo di restare lì, con se stessi.
Andare sott'acqua è meditare. Sei solo tu col silenzio assoluto, coi rumori che vengono dal tuo corpo, con le sensazioni fisiche che fuori non senti.
Il mare è un riequilibratore energetico: magicamente tutto passa ed è una sensazione meravigliosa.

Serve pazienza, per affrontare l'apnea, è un percorso di presa di consapevolezza. Prima due secondi, osservando cosa succede, un passo alla volta.
Impariamo ad apprezzare le cose quando non le abbiamo, e non respirare, anche solo per pochi secondi, ci dona la sensazione della vita, la gratitudine.

Il nostro primo respiro dopo una breve apnea è più intenso: è come un venire di nuovo al mondo, sentire l'energia della vita che ti entra dentro, dopo la sensazione di vulnerabilità e debolezza, la sensazione quasi di morire, della mancanza di respiro.
Apprezziamo la cosa più semplice che c'è, l'aria che respiriamo.


Siamo animali, per quanto facciamo ricerche spirituali.

Anzi, più riusciamo ad abbassarci nell'accettazione di essere un essere animale, più ci eleviamo.
Un albero ha le radici e i rami. Possiamo immaginare le radici come stabilità, necessità materiali; cibo, aria, acqua, riposo. Bisogni animali e naturali che necessitano del giusto equilibrio per spingere i rami verso il cielo e le foglie a nutrirsi di luce.

È l'equilibrio tra maschile e femminile entrambi fondamentali, tra animale e spirituale.

 

Spesso il nostro diaframma è bloccato perché il nostro intestino è bloccato. L'intestino, cervello enterico, entra in contatto con il primo cervello nella sua parte più arcaica, rettiliana. I batteri ci comunicano delle cose attraverso i mediatori, dialogano incessantemente con il nostro cervello arcaico, quello delle emozioni, che è più profondo.
Un concetto imparato in acqua è cosa è la mente e dove è. La percezione del nostro sè superiore non è nel nostro cervello ma ovunque nel nostro corpo. Siamo fatti di acqua e l'acqua ha la sua memoria, innegabile, ancestrale, lì c'è già tutto, dobbiamo solo ricordare, e quando ci fermiamo un attimo e meditiamo, riaffiorano memorie profonde.

Quando ci sviluppiamo siamo interamente nel liquido amniotico, che ha significato di protezione ma anche di trasmissione della memoria. Appena nati, per i primi mesi, siamo acqua al 90%, poi questa percentuale si riduce e da anziani siamo disidratati. La natura prevede che i grandi messaggi, trasmessi con l'acqua, siano sempre meno, presuppone non sia più il momento di imparare.

 

Qualsiasi cosa, malattia, disturbo, fastidio che ci appare nella vita, ci insegna, e dobbiamo avere consapevolezza dei nostri limiti, ma non bloccarci.
Se ci fermiamo e guardiamo cosa ci fa paura, invece di scappare, questa cosa non ha più bisogno di esistere. Se diamo amore portando luce, il buio sparisce.
Il respiro è la via, tutti sappiamo respirare. La mente è il nostro più grande nemico, ci boicotta, ma respirare porta sollievo, cambiare attitudine tornando al respiro, riposizionarsi e resettarsi, può risolvere l'ansia, per esempio.

 

Il cuore in apnea rallenta, i grandi atleti raggiungono frequenze cardiache molto basse, bradicardie, anche i polmoni cambiano, ma l'apnea può essere alla portata di tutti.
Il corpo ha capacità di adattamento incredibili, basta rispettarlo e dargli il tempo fisiologico di adattarsi, per gradi.
Lo stato di flow (la capacità di stare nel flusso del momento presente) è un regalo del cielo, è abbandono totale, significa mettere da parte l'ego e connettersi con un'energia più grande, sentirsi quasi come un burattino con i fili nelle mani di dio, dell'energia dell'amore, degli amici che ci proteggono.
La fatica sparisce, in una dimensione spirituale l'aiuto arriva, è l'energia che dà forza.

 

Ascoltando il nostro corpo recuperiamo l'intelligenza animale, facendoci guidare dalle sensazioni.
Il segreto è tornare alla nostra semplicità, eliminare le credenze, tornare al vuoto.
Il vuoto è pieno di tutto.

È la sapienza innata arcaica assoluta.
Impariamo ad ascoltarci, meditare col respiro e sul respiro ci dà questo, la capacità di essere noi stessi.
Anche soli, senza aiuto, ma soli comunque non siamo mai, siamo tutti connessi.

 

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Trovate Davide Carrera sui social: Instagram, pagina Facebook e profilo Facebook personale.

 

Photo Credit: Adolfo Maciocco

 









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