UTILITÀ DEI SEMINARI E DEI RITIRI
mente (cervello)
28 agosto 2023
Utilità dei seminari e dei ritiri | Stefano Manera Blog

Desidero rispondere qui, spero in maniera esaustiva, a una domanda molto pertinente che una persona mi ha rivolto, perché credo che possa essere utile a chiarire molti dubbi circa l’utilità dei seminari e dei ritiri in ambito terapeutico.


Domanda:

"Caro Dottore, come può un seminario essere adatto a curare e rispondere alle esigenze e all'unicità della singola persona? È come se si volesse sostituire la visita e/o il percorso di psicoterapia con il singolo individuo con degli eventi di "massa".
È ovvio che i seminari possano essere utili nel percorso di crescita e di guarigione di una persona, ma come possono sostituirsi ai percorsi individuali che tengono conto delle specificità del paziente?"


Risposta:

Il lavoro collettivo per me non è una scelta esclusiva, ma inclusiva. Non abbandonerò cioè il classico rapporto diadico per dedicarmi esclusivamente ai seminari, ma sicuramente darò loro sempre più importanza.
Detto ciò, se ci pensate, è evidente che la nostra esistenza, cioè la vita quotidiana, non si esaurisce nei rapporti interpersonali che riguardano solo due persone, in questo caso la diade paziente-terapeuta.
Gran parte dell’esperienza umana, fisica, ma anche e soprattutto psichica e spirituale, avviene in un contesto collettivo, di gruppo.
Facciamoci caso, questa affermazione è vera a partire dal nucleo fondamentale all’interno del quale si vive fin dalla nascita, la famiglia.
L’uomo da sempre ha vissuto in contesti di comunità e da sempre la cura dei malati, così come i riti religiosi, sono stati vissuti, praticati e celebrati in un ambito collettivo.
Si deve all’uomo contemporaneo e ai sempre più dilaganti nichilismo, meccanicismo e materialismo il fatto di aver perduto queste preziosissime ritualità collettive, con la conseguente drammatica deriva verso un io individualista, chiuso, egoico e smarrito.

 

La perdita del senso di collettività ha rappresentato una specie di involuzione, in primis, spirituale.
L’uomo nella maggior parte dei casi non si riunisce più in gruppi davanti a un fuoco, non canta più, non danza più e non racconta più storie.
Ci siamo distaccati fino a perdere quella grande forza che prende il nome di coscienza collettiva, eggregora di sapere, saggezza e potere che da millenni accompagna l’uomo.
Proprio per questi motivi, una terapia di gruppo può essere concepita come la naturale evoluzione di quella individuale, un ritorno alle origini, uno strumento fondamentale per esplorare in modo approfondito il nostro mondo interiore e relazionale.
In questo caso, è il gruppo stesso a costituire una base sicura e a innescare i fattori terapeutici, legati proprio alla dimensione collettiva.


Irvin Yalom (scrittore, psichiatra e docente, professore emerito di Psichiatria all'Università di Stanford e psicoterapeuta di scuola esistenzialista) indica gli elementi terapeutici che si trovano esclusivamente nella terapia di gruppo e non in quella individuale:


- Infusione di speranza
- Universalità
- Informazione
- Altruismo
- Possibilità di ricapitolazione correttiva del gruppo familiare
- Sviluppo di tecniche di socializzazione
- Comportamento imitativo
- Apprendimento interpersonale
- Coesione di gruppo
- Catarsi
- Fattori esistenziali


Aggiungo io che la psicoterapia transpersonale include a questi elementi il potere curativo del campo, la canalizzazione delle forze archetipiche e la tecnologia delle costellazioni (ovvero della rappresentazione morfogenetica in un ambito di realtà osservabile e riproducibile).
Quello che chiamo genericamente "campo" è il campo morfogenetico, cioè un "campo di coscienza condiviso" che va ad agire sulla creazione stessa della realtà.
Questo concetto risale agli albori dell’umanità e si basa sull’idea che ogni realtà, anche apparentemente inanimata, contiene una presenza spirituale collegata all’anima del Tutto.

 

Gli antichi filosofi greci la chiamavano Anima Mundi (ne scrisse Platone nel suo Timeo) e si ritroverà poi essenzialmente nelle più svariate espressioni del misticismo e della filosofia sia occidentale che orientale.
Tutto questo viene definito anche col termine Sé Universale.
I legami tra la persona, la sua psiche, i suoi stati di coscienza e il campo di coscienza condiviso furono intuiti, studiati e divulgati in forma scientifica da Carl Gustav Jung (che, insieme al fisico quantistico e premio nobel Wolfang Pauli, diede vita a un carteggio in cui veniva espresso il concetto di sincronicità, dal titolo "Incontro tra psiche e materia").
Del meccanismo di risonanza morfica ne hanno parlato autori molto noti, sebbene molto criticati dalla "scienza ufficiale", come Bruce Lipton, Gregg Braden, Deepack Chopra e Bert Hellinger.


Ecco quindi come un seminario può curare e rispondere alle esigenze e all'unicità della singola persona: proprio perché esiste un campo che è il contenitore dell’Universo, il ponte che unisce e collega tutte le cose e che rispecchia ciò che abbiamo creato, compresi i nostri pensieri e le nostre credenze.
Per attingere all’antica, saggia forza del Sé Universale, e per poter far rinascere il Curandero presente in tutti noi, occorre percepire noi stessi come parte di un mondo unico e collettivo, anziché vederci come particelle indipendenti, isolate e separate.

 

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Bibliografia:
- S. Manera. Questo nostro immenso amore. Gabrielli editore, 2022
- C.G. Jung, W. Pauli. Incontro tra psiche e materia. Moretti & Vitali, 2022.
- B. Hellinger. Riconoscere ciò che è. Feltrinelli, 2013.
- B. Hellinger. Meditazioni. Il ruolo della meditazione nelle Costellazioni
Familiari. Crisalide ed. 2022.
- P.L. Lattuada. Biotransenergetica. Macro ed. 2022.
- R. Assaggioli. Lo Sviluppo Transpersonale. Astrolabio Ubaldini ed. 1988.
- www.arcanosvelato.com blog
- www.psicoterapiaromaprati.com blog









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